“Storia di un’anima” di Santa Teresa del Bambino Gesù, opera che ha ispirato moltitudini di credenti e anche di non credenti

Il suo racconto sviluppa ardore e semplicità. Papa Giovanni Paolo II l’ha dichiarata “Dottore della Chiesa”, in compagnia di Santa Teresa d’Avila e di Santa Caterina da Siena

di Frate Domenico Spatola

“La storia di un’anima” è autobiografia spirituale di Santa Teresa del Bambino Gesù. Il carisma vissuto nella preghiera farà di lei, con San Francesco Saverio, la “Patrona delle Missioni” (1927). Mai uscì dal monastero delle Carmelitane di Lisieux, in nove anni di permanenza. Vi era entrata a 15 anni, con dispensa invocata ed ottenuta da Papa Leone XIII. Vi morirà a 24 anni di tubercolosi, il 30 settembre 1897. Era nata ad Alençon, in Normandia, nel 1873. Nel suo racconto sviluppa ardore e semplicità. Si scoprì “vocata all’amore, leggendo la lettera ai Corinti dell’apostolo Paolo. Il capitolo 12 fu rivelazione. La Chiesa, da “Corpo di Cristo” che si configura in tante membra, ha bisogno di un cuore. Qui cercò e trovò la sua funzione: essere l’amore nella Chiesa. Tale missione chiamò “piccola via” e si rese lei stessa evangelicamente “piccola”, come Gesù chiedeva, per farsi “serva di tutti”. La preghiera e i sacrifici quotidiani saranno i “fiori” segreti che offriva a Gesù suo Sposo. In tanti la sceglieranno “Maestra” di spiritualità, e, per avere appianato, con l’amore, il cammino della fede, ferverà attorno a lei uno stuolo di seguaci per quella “via” tutta evangelica. La tubercolosi la rapì prematuramente al monastero e alle consorelle monache, a 24 anni di età, ma il suo “dettato” fu utile a molti ed elevato il suo carisma a magistero da Giovanni Paolo II che la dichiarò “Dottore della Chiesa”, in compagnia di Santa Teresa d’Avila e di Santa Caterina da Siena.

Foto tratta da Avvenire

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