Intervista ai cinghiali: “In Sicilia i veri agricoltori siamo noi. E siamo anche i consumatori che apprezzano i prodotti agricoli siciliani, dalla frutta agli ortaggi alla faccia della globalizzazione”

Abbiamo deciso di dare voce a questi animali spesso al centro di aspre polemiche.

“In Sicilia i veri agricoltori siamo noi”. Si apre così la nostra intervista a più voci ai cinghiali che vivono nella nostra Isola. C’è chi li detesta, chi cerca di proteggerli, chi li vorrebbe a tavola non da invitati ma cucinati. Li accusano di distruggere l’agricoltura e di seminare il panico nelle campagne e anche in alcuni centri abitati. Così abbiamo deciso di dare voce a questi animali spesso al centro di aspre polemiche.

“Gli agrumi? Buoni. Arance e mandarini meglio dei limoni”

Cominciamo con il cinghiale più anziano, anche per rispetto: gli agricoltori siciliani dicono che vi pappate tutto… “Ma quando mai – ci risponde il cinghiale anziano – nel reperimento del cibo siamo selettivi. Negli agrumeti, ad esempio, troviamo spesso arance e limoni a terra. Nemmeno questi possiamo mangiare?”. Aggiungiamo: qualcuno sostiene che vi arrampicate pure sugli alberi di agrumi… “Certo, se non troviamo niente a terra cerchiamo di arraffare qualcosa. Ma in Sicilia non è facile. Noi prediligiamo il dolce. Il limone è asproe non lo amiamo. Certo, se non c’è altro, come dite voi in Sicilia ‘nnu calamu. A noi piaccino le arance e i mandarini. Le arance di Ribera, per citare un esempio, sono favolose: grandi e dolci: una delizia. Ma gli agricoltori di Ribera sono terribili: fanno di tutto per non farcele gustare”. Vabbé, ci sembra anche giusto. E le arance della Piana di Catania sono di vostro gradimento? “Sono pure buone, ma non sono dolci come le arance di Ribera. Anche lì non è che è facile arraffarle”. E i mandarini? “Buonissimi. Ma siamo sempre lì: non è facile entrare dove si coltivano i mandarini. A Palermo, per esempio, nel Parco della Favorita, qualche mandarino Avana si riesce a gustare in santa pace. I mandarini maturi cadono a terra e per noi è una festa. Ma riusciamo ad acciuffare anche i mandarini dagli alberi”.

I frutti preferiti dai cinghiali siciliani? Le angurie di Marsala

Si fa avanti una cinghialessa attorniata da cinglialotti: “Vorrei sfatare un mito – ci dice la cinghialessa -. Non siamo cattivi. Il fatto è che quando mi sposto con i miei bambini debbo occuparmi di loro. E’ chiaro che se vedo qualquno che si avvivina non rimango con le zampe nelle zampe…”. Eh sì, ogni tanto aggredite. O no? “E che dovrei fare? – ci risponde la cinghialessa -. Crede che non sappiamo che ci sono persone che amano il cinghialetto al forno? Io difendo i miei bambini”. Si avvicina un cinghiale di Marsala, veramente in carne, insomma in formissima: “Da noi si sta bene. Gli agricoltori di Marsala sono bravissimi. Pensi che riescono a coltivare limoni grandi non molto aspri. Il problema è che questi benedetti agricoltori di Marsala hanno un malo carattere. Appena ci avviciniamo, zact!, ecco che reagiscono. E’ una lotta per la vita: spesso vincono loro, ma qualche volta vinciamo anche noi. Che le debbo dire, un paio di anni fa, non ricordo se a Luglio o ad Agosto, siamo entrati in un grande campo di angurie. Guardi che le angurie che si coltivano a Marsala e, in parte, a Mazara del Vallo sono insuperabili. Gli agricoltori sapiddru unn’eranu e noi ci siamo fatti una mangiata che è rimasta nella storia di noi cinghiali di Sicilia”. Lo sa che ricordiamo anche noi questa vicenda? Gli agricoltori erano incazzati neri! “Lo so, ma ogni tanto quacchi cusuzza attocca puru a nuautri”. Ma chi cusuzza? Vi siete sbafati un campo intero di angurie di Marsala che sono spettacolari! “E’ vero, ma una volta abbiamo arraffato un carico di angurie immangiabili: sembravano cucuzze, altro che angurie. Ci siamo informati e abbiamo scoperto che arrivavano dal Nord Africa. Come fanno i siciliani amnangiarsi queste angurie?”.

Anche i cinghiali rimpiangono i pomodori di pieno campo siccagni un tempo molto diffusi nel Palermitano…

Arriva un cinghiale delle basse Madonie. Chediamo: è vero che avete cominciato a mangiare anche il grano? “Qualcosa, ma senza esagerare. Se non c’è altro che dobbiamo fare? Una volta nel Palermitano c’erano i pomodori di pieno campo. A me, ad esempio, piaceva molto il pomodoro siccagno. Poi sono arrivati i pomodori cinesi e per noi mangiare pomodori in campo è diventato un problema. E quelli che li coltivano li recintano. Un casino. I bei pomodori di pieno campo di una volta non ci sono più. Almeno nel Palermitano vanno diventando una rarità”. In compenso vi pappate i carciofi… “Non vado a nozze con i carciofi – ci risponde un altro cinghiale – ma in assenza di alternative ci accontentiamo. Anche se…”. Anche se? “Ecco, l’ideale per noi cinghiali sono i carciofi senza spine, i carciofi violetti. Sono una delizia. A Cerda e nel circondario, invece, coltivano solo carciofi spinosi. Per carità, la fame è fame e ci accontentiamo. Ma se ci fossero carciofeti violetti per noi sarebbe al bacio”.

Appello dei cinghiali a Franco Calderone: a ‘Fra, un po’ di concime nei vigneti che producono uve poco dolci…

Ecco un cinghiale delle alte Madonie: “Da noi si vive bene. Tante campagne e pochi agricoltori. Radici a mai finire e altre cosette qua e là: qualche frutto, qualche ortaggio. Pensi che per vedere le persone ci rechiamo nei centri abitati. Castelbuono è una delle nostre cittadine preferite. Gli abitanti sono tutto sommato ospitali e in Estate, di sera, c’è dell’ottima musica”. Veramente a Castelbuono ci sono lamentele nei vostri riguardi… “E’ vero, qualche piccola incomprensione c’è ma nel complesso la convivenza è buona”. Spunta un cingiale di Marineo. Ne approfittiamo per sottolineare che un agricoltore nostro amico di quelle parti, Franco Calderone, ha denunciato danni per 700 mila euro provocati dai cinghiali nei suoi vigneti. Chiediamo: che avete combinato? “Insomma – ci risponde il cinghiale di Marineo – Calderone fa l’agricoltore producendo uva da vino e noi facciamo i cinghiali. Amu a campari tutti…”. Veramente Calderone non sembra molto contento. “Ce ne rendiamo conto. Però non è vero che ci pappiamo tutte le uve che coltiva. Noi, lo ribadiamo, siamo selettivi: prediligiamo solo le uve dolci. Ci sono uve coltivate da Caldedone che non hanno gusto. Ne approfittiamo per dirgli: a ‘Fra, e mettilo un po’ di concime!”.

“In Sicilia noi cinghiali siamo gli unici che ci opponiamo, nei fatti, alla globalizzazione mangiando frutta e ortaggi siciliani”

Ma la storia che siete gli unici che apprezzate l’agricoltura siciliana della tradizione da dove l’avete tirata fuori? “In Sicilia quasi tutti i migliori prodotti agricoli li esportano e ai siciliani fanno mangiare per lo più frutta e ortaggi importati – ci risponde un cinghiale siculo -. Noi ci opponiamo alle follie della globalizzazione. I cittadini siciliani, tranne poche eccezioni, sinni futtunu e mangiano frutta e ortaggi importati da chissà dove. Noi cinghiali, che ormai siamo siciliani DOC, valorizziamo l’agricoltura siciliana. Avremmo dovuto essere invitati al G7 di Siracusa, perché ormai siamo tra gli ultimi siciliani che mangiano frutta e ortaggi di Sicilia”. Ma è vero che vi mangiate anche le olive? Risponde una cinghialessa: “Quando le troviamo a terra sì. Ma debbono essere mature, le olive verdi sono un po’ amare. Anche se alcuni di noi trovano gustose pure le olive verdi. Sulle olive siciliane abbiamo buone notizie. Sappiamo che stanno iniziando a coltivare le olive a spalliera, come l’uva a spalliera. Per noi sarà una comodità. Non vediamo l’ora di assaggiarle…”.

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