Il processo al Ministro Matteo Salvini è sbagliato e in ogni caso c’è anche la responsabilità dell’ex capo del Governo Giuseppe Conte. Il possibile ruolo delle “menti raffinatissime sovranazionali”

di Andrea Piazza

Lo stupore

Vorrei fermare il frame… ma siamo nella realtà. Ho appreso “con stupore” che la Procura della Repubblica di Palermo ha formalizzato alla fine della requisitoria la richiesta di condanna a sei anni per assicurare l’ex Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, alle “patrie galere neanche riconoscendogli la possibilità ipotetica di scontarli in servizi sociali”. Ovviamente è stata una decisione collegialmente concordata dai vertici dell’ufficio giudiziario. Nel senso che non è associabile a chi ha rappresentato in requisitoria la pubblica accusa. Ho conosciuto in ambito processuale anni addietro la dottoressa Marzia Sabella in qualità di difensore di parte civile, è un ottimo magistrato, meticolosa e sensibile. Conosco anche il Presidente del collegio giudicante il dottor Roberto Murgia, perché è stato giudice a latere in Corte di Assise nel processo contro gli esecutori dell’omicio del compianto fratello, un magistrato estremanente preparato ma al contempo con un animo assolutamente mite e riservato. Ovviamente è stata la giornata della pubblica accusa, seguiranno le arringhe delle parti civili (personalmente ridurrei drasticamente in particolare nei processi di mafia per non alimentare il business delle rappresentanze processuali nella logica dell’antimafia francescana) ed infine, dulcis in fundo, l’arringa per la difesa del ministro Salvini della bravissima Giulia Bongiorno.

Isolare la condotta “attribuendola al singolo”, ovvero al Ministro Salvini, rappresenta la pistola fumante che si è trattato di una scelta non super partes ma di imprinting ideologico

Fatte, per così dire, le doverose presentazioni, vorrei fare una riflessione in merito al perché il presunto ‘mostro’ Matteo Salvini è sotto processo. A scanso di equivoci, per non condizionare indirettamente chi legge, voglio preliminarmente evidenziare che considero inverosimile degno del teatro dell’assurdo il processo contro Matteo Salvini. A mio modestissimo parere, il processo in corso di celebrazione è il frutto di tante forzature giuridiche e segnatamente: a) è stata una forzatura, “un assurdo giuridico”, arrivare all’imputazione di un Ministro della Repubblica che ha agito nell’esercizio delle proprie prerogative istituzionali; b) la forzatura giuridica, a mio modesto avviso, più rilevante, ovverosia illogica, è di avere attraverso un artifizio giuridico isolato la condotta (modello Coronavirus). La pubblica accusa requirente è riuscita a superare le colonne d’Ercole della colpa grave/dolo riuscendo ad individuare la “colpevolezza solitari” (come accade nei reati di pedofilia), escludendo il concorso in correità degli associati essenziali, nella fattispecie l’allora premier calato dall’Olimpo, il Profofessore Giuseppe Conte, che successivamente ci ha addomesticati a colpi di DPCM (Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri) per restare a casa, sempre in concorso con l’altro Ministro alle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli. Sotto questo profilo l’idea di isolare la condotta “attribuendola al singolo” rappresenta la pistola fumante che si è trattato di una scelta non super partes ma di imprinting ideologico condizionato “dal proprio credo religiosamente laico…”. In tutta sincerità continuo a pensare all’idea di una sorta di trappolone, amorevolmente confezionato (complottisticamente ) dalle solite “menti raffinatissime sovranazionali”.

Matteo Salvini colpito perché è contrario globalismo neoliberista finanziario progressista?

Ci sarebbero tanti ulteriori profili MA vorrei tanto che riflettessimo in punta di piedi sull’origine genetica che forzatamente ci ha condotto per mano sin al processo. Indubbiamente l’operato del Ministro “forte”, visto che gli altri sono stati presumibilmente valutati vittimizzati in balia dell’ ‘orco’ Salvini, potrà apparire e potrebbe essere giudicato rigido e non misericordioso Ma non dobbiamo mai tralasciare un dettaglio sostanziale. L’operato di un Ministro è espressione dell’interesse pubblico e non dell’azione della singola persona. In ambito “immigrazione” continuiamo anche a causa della narrazione mainstream a confondere il piano pubblico con quello privato. Singolarmente ognuno di noi, personalmente, butterebber il cuore oltre l’ostacolo. Rammento a tutti che l’operato pubblico indirettamente influisce sulle dinamiche macroeconomiche, ad una dichiarazione o presa di posizione possono seguire reazioni per così dire di flusso, idonee a generare grandi aspettative dall’esterno e dare impulso ad un esodo di massa. Non volendomi ulteriormente dilungare per non tediare chi legge l’articolo, va detto che il processo a Matteo Salvini è implicitamente diretto ideologicamente alla lotta eterna del bene sul male che, in chiave attuale, è la lotta tra il globalismo neoliberista finanziario progressista VS sovranismo identitario con tutti gli annessi e connessi.

Tutto questo sta avvenendo mentre si profila una svolta geopolitica generale con la probabile elezione di Donald Trum alla Casa Bianca, ammesso che non lo eliminino prima, visto che in queste ore hanno provato ad ammazzarlo per la seconda volta

Non dobbiamo dimenticare che siamo in una fase ciclica della storia mondiale, come accaduto nel 1992 a Maastricht in seguito al disfacimento del Patto di Varsavia. Semplificando al massimo, siamo prossimi alla possibilità di una svolta geopolitica generale che, in parte, sarà determinata dalle elezioni del prossimo Presidente degli Stati Uniti d’America. Da un lato, nell’interesse del cosiddetto ‘progressismo mondiale’ Kamala Harris che, a titolo sintomatico, non è favorevole al cambiamento di schema, se è vero che vuole la prosecuzione del conflitto in Ucraina e, di contro, coloro (come il sottoscritto ) che ritengono vitale un cambio di schema con la rielezione di Donald Trump, auspicando il ritorno della centralità dell’area del Mediterraneo che fece grande l’Italia ante 1992. Sempre che Trump rimanga vivo, se è vero che in queste ore è stato sventato un secondo attentato alla sua vita. Con l’elezione di Trump si tornerebbe all’unica modalità che può assicurare equilibrio nella contrapposizione dei due blocchi contrapposti in versione 2.0 NATO/BRICS. Concettualmente la indico come unica modalità di governance mondiale per non affidarci ai santoni alla George Bush junior o Tony Blair ideologi “esportatori della democrazia” anche per conto dei mecenati produttori di armi che, a tutti i costi, vorrebbero cautelare le masse istituendo le commissione fake news e farci diventare una democratura ‘elevata’. Dovendo dare un titolo di coda alla inversosimile e tragicomica vicenda processuale di Matteo Salvini, trovo calzante rievocare un film risalente al 1999 diretto diretto da Bruce Beresford, con Tommy Lee Jones e Ashley Judd dal titolo “COLPEVOLE D’INNOCENZA” con il sotto titolo “Pensavo che fosse un mostro invece era un calesse”.

Foto sopra tratta da Il Foglio

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