La Germania dice no al piano ‘europeista’ di Mario Draghi. L’Unione europea è ormai alle ultime battute e crollerà insieme con il grande imbroglio tedesco chiamato euro

Il flop di Mario Draghi era nelle cose

Annunciato come una sorta di ‘Elisir di lunga vita’, il piano messo a punto da Mario Draghi per rilanciare una bocchieggiante Unione europea è franato già ai blocchi di partenza. L’economista del Britannia è riuscito a mettere d’accordo Paesi europei che, da oltre un ventennio, sono in disaccordo su quasi tutto. Nessun Paese europeo vuole l’esercito europeo, che sarebbe solo una balorda fuga in avanti per i 27 Paesi Ue che non si fidano l’uno dell’altro. Eppure Draghi ha messo tra i primi punti, se non al primo punto, un progetto avversato da tutti. Si sa che Germania, Olanda e, in generale, i Paesi del Nord Europa non vogliono nemmeno sentir parlare di debito comune. E, dal loro punto di vista, hanno anche ragione: la moneta comune europea chiamata euro è stata creata per consentire a Germania, Olanda e Paesi del Nord Europa di arricchirsi a spese dei Paesi dell’Europa mediterranea: e così è stato fino a prima della guerra in Ucraina. Figuriamoci se oggi, con la guerra in Ucraina che sta massacrando l’economia di tutta l’Unione europea, a cominciare dall’economia tedesca, i Paesi del Nord Europa accettino di indebitarsi per rilanciare la Ue. I governanti di questi Paesi dovrebbero essere veramente stupidi: e a noi non risulta che lo siano. I Paesi del Nord Europa resteranno molto più ricchi con la fine dell’euro e dell’Unione europea. Abbiamo usato la parola “ricchi”, in realtà, la formula è un’altra: tali Paesi si impoveriranno meno con la fine dell’Unione europea e dell’euro, mentre indebitandosi, come ha proposto Mario Draghi, raggiungerebbero l’Italia – Paese economicamente ormai alla canna del gas – nel giro di qualche anno.

I due ostacoli insormontabili che determineranno la fine dell’Unione europea

Draghi e, in generale, gli ‘europeisti’ pensavano di fare colpo e convincere tutti agitando la solita solfa di un’Europa che non può diventare il vaso di coccio nello scontro tra i due vasi di ferro, ovvero Stati Uniti d’America e Cina. Tale analisi poteva andare bene fino a qualche anno fa, oggi agitare questo spettro serve a poco o nulla, perché lo scenario è mutato e il destino dell’Unione europea è già segnato. Solo la Cina ha interesse a mantenere in vita l’Unione europea: gli serve come mercato di sbocco per i propri prodotti e gli serve, soprattutto, per ‘usare’ la Ue come ‘piazza neutra’ nella guerra economica e commerciale contro l’area del dollaro americano. Ma ormai il progetto cinese si scontra contro due ostacoli insormontabili. Proviamo a illustrarli.

Il Cancelliere tedesco Olaf Scholz somiglia tanto a una mosca prigioniera dentro una bottiglia chiusa

Il primo ostacolo è rappresentato dagli USA, che hanno capito benissimo il progetto cinese e stanno facendo di tutto per fare collassare l’Unione europea. Donald Trump, che sarà con molta probabilità il nuovo presidente americano, vuole la fine della guerra in Ucraina: cosa, questa, che favorirebbe la Ue. Il problema, per la Ue, è che Trump, se tutto andrà bene, si insedierà con i pieni poteri tra metà Gennaio e i primi di Febbraio del prossimo anno. Bene che vada, in Ucraina si combatterà per altri quattro mesi e mezzo-cinque mesi e il peso di altri quattro mesi e mezzo-cinque mesi di guerra sarà tutto sulle spalle dell’Unione europea. Vi siete chiesti perché, in queste ore, il Cancelliere tedesco Olaf Schoz vuole bloccare l’arrivo di migranti in Germania? Il motivo è semplice: la Russia ha bombardato quasi tutte le centrali elettriche ucraine e nelle prossime settimane si attende l’esodo di milioni di profughi ucraini che proveranno a fuggire dai rigori dell’Inverno. La maggioranza di questi profughi ucraini si dirigerà in Germania, considerato un Paese ricco. Il Governo Scholz verrebbe travolto dalle proteste popolari con il rischio di andare al voto con la quasi certa vittoria delle destre.

Il futuro dell’economia mondiale è nelle manio dei Paesi del BRICS. E l’America di Trump che farà, oltre a smantellare la NATO?

Scholz, che ormai è praticamente disperato, si illude di convincere i russi, magari con l’appoggio dell’ex Cancelliera, Angela Merkel, a porre fine alla guerra in Ucraina in tempi brevi, per evitare il grande esodo di ucraini in Germania. E qui arriva il secondo ostacolo insormontabile. Vero è che Angela Merkel è sempre stata in ottimi rapporti con Putin. I due hanno dato vita a un’alleanza politica ed economica tra Germania e Russia ultradecennale. Ma oggi il presidente Putin deve fronteggiare, al proprio interno, un’agguerrita frangia di suoi collaboratori più che mai intenzionati a farla pagare all’Unione europea. La motivazione di questi ultimi è valida e forte: la Russia, nella guerra in Ucraina, sta sì vincendo ma ha perso centinaia di migliaia di soldati ammazzati anche grazie ai soldi e alle armi fornite all’Ucraina dall’Unione europea. Gli europei si difendono in modo demagogico, rispondendo che Germania e Italia sono vincolati agli USA dal Trattato di Parigi del 1947. A parte che ciò non significa che bisogna seguire nella guerra gli americani, va detto che i Paesi del Nord Europa e dell’Est Europa hanno appoggiato e appoggiano l’Ucraina non in forza del Trattato di Parigi, ma perché detestano i russi. Il risultato è che i russi, come già accennato, si preparano a rispondere pan per focaccia. Come abbiamo scritto ieri, non è da escludere che i russi, prima che si insedi Trump, occupino Kiev per avviare le trattative sulla fine della guerra in Ucraina da posizioni di forza. Trump, da parte sua, a differenza del suo predecessore, non ha motivo per opposrsi alla Russia e tutelare l’Europa. Anzi, come ha già annunciato, creerà le condizioni per smantellare la NATO. Così i Paesi del Nord Europa e dell’Est Europa che hanno aiutato l’Ucraina se la vedranno con la Russia senza “l’ombrello della NATO”. Trump andrà allo scontro con la Cina o cercherà un accordo con il Dragone? Non si sa. L’unica cosa che è chiara è che a Trump dell’Unione europea non gliene può fregare di meno. Gli americani manterranno le basi militari in Europa e per raggiungere questo obiettivo non hanno bisogno di una Ue ostile che ha provato più volte a legarsi alla Cina. Semmai l’Europa diventerà un terreno di scontro tra USA e Cina.

Il crollo dell’economia tedesca è imminente

Nel frattempo l’economia dei Paesi dell’Unione europea sarà a pezzi e i Paesi europei, piuttosto che andare dietro alle balordaggini Ue tipo politiche ‘green’ a base di ‘cappotti termici’ agli edifici, insetti a tavola, Patti di stabilità e buttanate varie, troveranno molto più conveniente organizzarsi ognuno per i fatti propri con una propria moneta, magari agganciata all’oro, perché il futuro dell’economia non potrà che essere il progetto dei Paesi del BRICS: moneta unica dei Paesi del BRICS agganciata all’oro e monete comunque agganciate all’oro per i Paesi che non aderiranno alla moneta del BRICS. In questo mondo che sta per arrivare, dove l’oro tornerà ad essere centrale, non ci sarà spazio per l’Unione europea e per la moneta speculativa euro gestita da una banca privata di fatto tedesca, anche perché la Germania non sarà più il Paese europeo ricco grazie allo sfruttamento di altri Paesi europei ingenui, se non svenduti alla stessa Germania da politici da quattro soldi. Checché se ne dica, per la Germania la festa è finita. La crisi economica che sta colpendo i teutonici è solo l’inizio di un grande crollo.

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