La ricostruzione de ‘La Cruna dell’Ago’ dell’attentato dell’Addaura a Giovanni Falcone e ai giudici svizzeri del Giugno 1989. Attentato sventato grazie ad Antonio Agostino ed Emanuele Piazza

Il ruolo degli “ambienti Euro-Atlantici”

Con il titolo “Giovanni Falcone, l’incontro con Bush e il mistero dell’attentato all’Addaura” va sul blog La Cruna dell’Ago un articolo molto interessante di Cesare Sacchetti. Non c’è solo una ricostruzione, molto dettagliata, delle “Menti raffinatissime” che con molta probabilità, stanno dietro la strage di Capaci, ma anche una lettura della storia italiana da Cassibile in poi. Per Cassibile intendiamo il piccolo centro della provincia di Siracusa dove, nel 1943, i rappresentanti dell’Italia firmarono non l’Armistizio, come la storia ufficiale cerca di farci credere, ma la resa senza condizioni dell’Italia. E’ allora che il nostro Paese diventa una pedina dell’Anglosfera. Certo, l’Italia aveva la propria Costituzione e, soprattutto dopo che nei primi anni ’60 i Socialisti affincano i Democristiani nel Governo, non sono mancati i contrasti e i tentativi, da parte di alcuni politici italiani, di affrancarsi dall’abbraccio non esattamente fraterno con gli Stati Uniti d’America. Un rapporto di sudditanza rafforzato dai Trattati di Parigi del 1947. Per Sacchetti, il terrorismo, nell’Italia repubblicana, è sempre stato gestito da “ambienti Euro-Atlantici a partire dalle stragi provocate nell’era della cosiddetta ‘strategia della tensione’, nella quale il coinvolgimento dello stato profondo americano e della sua intelligence è stato accertato già ai tempi della strage di piazza Fontana seguita poi da un’altra serie di sanguinosi attentati quali l’Italicus e la strage di Bologna, soltanto per citarne due”. (Foto del grigio tratta da Wikipedia)

Le due fasi della strutturazione della mafia: 1861 in occasione della ‘presunta’ unità d’Italia e 1943, anno della resa senza condizioni di Cassibile

Interessante anche la ricostruzione della storia della mafia, che si struttura in due fasi: dopo la ‘presunta’ unità d’Italia del 1861 e con i citati fatti di Cassibile, alla fine della Seconda guerra mondiale. L’autore dell’articolo si sofferma sul ruolo della massoneria nelle vicende di mafia: ruolo che è stato acclarato in tante inchieste su Cosa nostra. Per poi passare all’attentato a Giovanni Falcone, non riuscito, andato in scena il 21 Giugno del 1989 nel tratto di costa dell’Addaura, a Palermo. Falcone, questo lo sanno tutti, indagava sulla mafia seguendo il tragitto dei soldi. “La sua inchiesta sul riciclaggio dei capitali sporchi della mafia in Svizzera – si legge nell’articolo de La Cruna dell’Ago – aveva già suscitato le attenzioni di certi ambienti angloamericani che sono la chiave per comprendere la parabola della vita e della morte di questo giudice. Soltanto 3 settimane prima dell’attentato dell’Addaura, Falcone infatti incontra l’allora presidente degli Stati Uniti, George H. Bush, che, fatto senza precedenti, chiede di parlare con il magistrato siciliano con il quale ha un incontro all’ambasciata americana a via Veneto. Il giudice confesserà poi al giornalista Francesco La Licata di essersi pentito di aver parlato con il presidente americano, quasi ad essersi reso conto di essere caduto in una trappola e che l’allora capo della Casa Bianca avesse interesse a carpire al valoroso magistrato delle informazioni alquanto importanti sulle sue indagini”.

“Nell’attentato all’Addaura si riscontra sin da subito la presenza del SISDE”

Sacchetti traccia un ritratto un po’ inquietante dell’ex presidente degli USA George H. Bush che, prima di arrivare alla Casa Bianca, aveva lavorato per la CIA. Si parla di droga e di rapporti con i ‘cartelli’. Scenari da brivido. L’articolo si sofferma anche sul pilota Barry Seal. “Seal – leggiamo nell’articolo – fu ucciso nel 1986, crivellato di colpi dai cartelli colombiani, ma Hollywood (il riferimento è a un film ndr) e i media si sono ‘dimenticati’ di dire che il pilota della CIA aveva il numero di telefono personale dell’allora vicepresidente Bush, membro dell’amministrazione Reagan”. Ronald Reagan era allora il presidente degli Stati Uniti d’America. A questo punto, nell’articolo, entra in scena il SISDE, il Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Democratica. “Nell’attentato all’Addaura si riscontra sin da subito la presenza del SISDE”, si legge nell’articolo. Nel tratto di costa dell’Addaura era stato sistemato un quantitativo di esplosivo che avrebbe dovuto uccidere il giudice Falcone e i suoi colleghi svizzeri giunti in Sicilia per indagare sul riciclaggio dei capitali sporchi. Nell’articolo si racconta che a salvare il giudice Falcone e i magistrati svizzeri sono stati Antonio Agostino ed Emanuele Piazza, “poliziotti e membri di una sezione del SISDE, l’allora servizio segreto civile, che si occupava di dare la caccia ai latitanti della mafia… Giovanni Falcone sapeva perfettamente cos’era successo tanto da partecipare al funerale del giovane agente e di sua moglie e confessare al commissario Saverio Montalbano che lui doveva la vita a quei ragazzi”, si legge sempre nell’articolo.

La strage di Capaci con la pista russa ignorata

Sia Antonio Agostino, sia Emanuele Piazza sono stati uccisi. La storia del mancato attentato dell’Addaura, scrive Sacchetti, può essere considerata a tutti gli effetti l’anticamera di quanto accadde il 23 maggio del 1992 a Capaci. Con la verità su questa strage che “è stata seppellita da un’indecente coltre di menzogne… hanno voluto far credere agli italiani che a concepire quell’attentato fosse stato Silvio Berlusconi, seppur già accusato di rapporti con la mafia, quando quell’operazione aveva invece tutti i crismi di un complesso ed elaborato piano terroristico-militare nel quale si riscontra il coinvolgimento di ambienti NATO, a partire dall’esplosivo che proveniva da ordigni navali angloamericani”. Hanno messo in mezzo Berlusconi e hanno trascurato, se non ignorato, la pista dei dei fondi neri russi (qui un articolo che abbiamo scritto sempre grazie alle ricostruzioni de La Cruna dell’Ago). Che strane combinazioni.

QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DI CESARE SACCHETTI

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *