Balneari: la direttiva Bolkestein non si applica alla concessione delle spiagge ma i gruppi esteri, Germania in testa, se ne fregano e con la prepotenza vogliono prendersi le coste italiane

In un modo o nell’altro l’attuale Unione europea di banditi e predoni deve completare la svendita dell’Italia pezzo dopo pezzo. Ora tocca alle spiagge

La vicenda dei cosiddetti balneari è uno spaccato dell’Italia che sta precipitando nel baratro. O meglio, dell’Italia già precipitata nel baratro che vuole, pretende che anche le imprese italiane che lavorano nelle spiagge italiane finiscano nel baratro. L’Italia non è solo il Paese che, a partire dalla scomparsa della cosiddetta Prima Repubblica, ha cominciato ad essere fatta pezzi per essere svenduta a gruppi esteri e che continua, piano piano, ad essere svenduta, pezzo dopo pezzo, ai gruppi esteri. La rete fissa di Telecom agli americani e i cieli italiani (leggere Ita, ex Alitalia) ai tedeschi sono gli ultimi due casi di una serie infinita di svendite del patrimonio economico italiano iniziate nei primi anni ’90 nel panfilo Britannia. Ma l’Italia è anche il Paese dove i cittadini, invece di coalizzarsi contro chi li sta trasformando in sudditi, attaccano gli italiani che ancora resistono, che non vogliono essere trasformati in camerieri in casa propria. (Sopra, foto tratta da Mondo Balneare).

Là dove le spiagge italiane sono finite nelle mani di gruppi esteri i prezzi, in alcuni casi, sono raddoppiati, anche per favorire i clienti esteri al posto di quelli italiani

Chi sono ‘sti balneari? Sono imprenditori – nella stragrande maggioranza piccoli imprenditori che in tanti casi gestiscono le proprie aziende a conduzione familiare – che hanno preso in gestione piccoli appezzamenti di spiagge e mettono a disposizione dei cittadini sedie a sdraio, ombrelloni e altri servizi. Alla fine consentono i cittadini italiani di passare una giornata al mare comodamente, avendo a disposizione bibite fresche e, magari, facendo anche colazione. I costi sono alti? In qualche caso sì, in molti casi, no. Se in questi ultimi anni i prezzi sono aumentati ciò è dovuto all’incertezza: i titolari delle concessioni delle spiagge temono di essere buttati fuori e stanno cercando di monetizzare al massimo un’attività che non escludono di perdere. Va aggiunto, cosa che spesso si dimentica, i balneari forniscono ai cittadini, a proprie spese, l’assistenza a chi prende il bagno, cioè il Bagnino di Salvataggio, un professionista del soccorso altamente specializzato che effettua il servizio di vigilanza e di salvataggio. Fateci caso: quando i media ci raccontano di bagnanti annegati sono quasi sempre persone che perdono la vita in tratti di mare liberi, ma non si parla mai dei tanti salvataggi e dei tanti interventi effettuati dai bagnini. I fatti positivi, in Italia, non fanno notizia, specie quando si deve colpire una categoria. In questa fase la notizia che gli ‘europeisti’ debbono fare passare è che i balneari italiani si sono arricchiti e che quando arriveranno gli stranieri a gestire le spiagge italiane i cittadini italiani pagheranno di meno. Minchiate totali: là dove le spiagge italiane sono finite nelle mani di gruppi esteri i prezzi, in alcuni casi, sono raddoppiati, anche per favorire i clienti esteri al posto di quelli italiani. In Sicilia ci sono tratti si spiagge finite nelle mani di soggetti esteri dove i siciliani non possono nemmeno avvicinarsi.

Il ‘peccato capitale’ dei balneari italiani: gli utili che incassano rimangono in Italia e non vanno a sostenere le economie di altri Paesi della ‘Grande’ Unione europea, Germania in testa

Perché ce l’hanno tanto con i balneari italiani, imprenditori che, per cinque mesi l’anno, senza saltare un giorno, cominciano a lavorare alle otto di mattina e finiscono di lavorare la sera? Per un motivo semplice: perché gli utili dei balneari rimangono in Italia invece di andare a sostenere le economie di altri Paesi della ‘Grande’ Unione europea, Germania in testa. Così la Ue ha deciso di eliminare le imprese balneari italiane, che debbono essere sostituite da multinazionali del settore, o da aziende estere, soprattutto tedesche. Le spiagge italiane debbono chiudere il cerchio: gli aeroporti italiani sono già privati (ad eccezione degli scali di Palermo e Catania: uno ‘scandalo’: diranno che la ‘mafia non vuole le privatizzazioni ultra-liberista e globaliste dei due aeroporti siciliani?), i cieli italiani sono già nelle mani dei tedeschi, ora tocca alle spiagge: così bisogna sbarazzarsi, in un modo o nell’altro, dei balneari. Come? Semplice: mettendo a bando la gestione delle spiagge. Bandi che, ovviamente, verranno vinti dai più ricchi, che non sono certi gli attuali piccoli imprenditori italiani del settore, che non possono certo competere con le multinazionali e con i gruppi tedeschi che si presenteranno direttamente o nascosti dietri ai ‘Fondi’.

L’invidia degl’italiani già impopveriti dagli ‘europeisti’: “Così come hanno fottuto noi, debbono fottere anche voi!”

Arriviamo così alla domanda da 100 punti: sull base di quale legge dovrebbero essere applicati questi bandi? La legge che prevede i bandi per assegnare la gestione delle spiagge italiane è una legge europea: la ‘mitica’ direttiva Bolkestein, approvata al tempo in cui a presiedere la Commissione europea c’era Romano Prodi, il ‘genio’ che ha ‘infilato’ l’Italia nell’euro. C’entra qualcosa la direttiva Bolkestein con le spiagge italiane? Assolutamente no. Le concessioni balneari non sono servizi ma beni. Morale: la direttiva Bolkestein sulla libera circolazione dei servizi non si applica alla concessione delle spiagge. Ma questo non si deve dire. Come stanno le cose lo ha invece illustrato, ‘carte’ alla mano, il TG di Byoblu (che potete seguire qui), che ha dimostrato che la direttiva Bolkestein esclude categoricamente i bandi per la gestione delle spiagge. Il Governo di Giorgia Meloni queste cose le sa? Sì, ma l’Italia è ormai un Paese privo di sovranità politica e monetaria. Bisognerebbe mandare a quel Paese un’Unione europea di imbroglioni. Ma dubitiamo che ciò avverrà. In questo scenario gli ‘europeisti’ si possono anche permettere di cambiare le regole del gioco a partita iniziata grazie anche agli ‘ascari’: e lo stanno facendo. E qui torniamo all’invidia degli italiani. Che, invece di difendersi da un’Unione europea che li ha resi poveri, attaccano quelli che stanno cercando di difendersi dalla stessa Unione europea. “Noi siamo stati fottuti e voi vi vorreste salvare? Giammai! Così come hanno fottuto noi, debbono fottere anche voi!”. Ecco a voi l’Italia di oggi. Buon Ferragosto a tutti.

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