L’incontro di Gesù con la donna Cananea: “Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio”

di Frate Domenico Spatola

7 Agosto 2024, Mercoledì della XVIII settimana del tempo ordinario: Matteo 15, 21-28

Al perché rimanessero tanti pani, dopo la condivisione, da riempire dodici ceste, il racconto della “donna pagana, Siro-fenice” costituisce una risposta. Essa era venuta in territorio ebraico a chiedere a Gesù la guarigione per la figlia ammalata. L’episodio ricalcava quello di Naaman il Siro, che qualche secolo prima era venuto dal profeta Eliseo, per farsi guarire dalla lebbra. La donna, alla risposta scostante di Gesù (“Non è bene prendere il pane dei figli per darlo ai cani”) insistette che “anche i cani” (così venivano sprezzatamente chiamati i pagani dagli Ebrei) “avevano diritto alle briciole cadute dalla mensa dei figli”. Erano infatti le rigide regole sulla “purità” che mettevano in campo i Farisei, a impedire ai pagani la partecipazione al banchetto del Regno. Per la donna il diritto agli “avanzi” rappresentava un valore inalienabile. Il riconoscimento avrebbe accelerato, nel raduno eucaristico, la vocazione dell’umanità a divenire “corpo glorioso del Cristo”.

Foto tratta da La Luce di Maria

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