Tre anni fa l’Italia introduceva l’infame tessera verde: il Green pass. Si creava una grave discriminazione tra i cittadini. Ricordiamoci che quelli che oggi blaterano contro il fascismo plaudirono a questa porcata

di Diego Fusaro

Purtroppo non è solo una turpe esperienza del passato, dal momento che oggi si parla di un Green pass globale

Era l’Agosto del 2021 quando in Italia veniva introdotto il cosiddetto Green pass, che da subito definimmo con la più appropriata etichetta di infame tessera verde. Si tratta di una delle pagine più infami della recente storia italiana e, proprio per questo, ci pare giusto mantenerne la memoria. Ciò anche nella convinzione che, una volta introdotto un dispositivo di questo tipo, non è affatto da escludere che possa in futuro tornare a essere operativo. Prova ne è oltretutto che già si parla a gran voce di un Green pass globale, rispetto al quale per ora – sottolineo: per ora – la nostra Italia si è detta contraria.

Chi avrebbe dovuto tutelare la Costituzione ha avallato una misura palesemente incostituzionale

Ciò che da subito destò meraviglia non fu soltanto l’introduzione di una misura tanto oscena, palesemente incostituzionale e lesiva delle libertà più elementari: grazie all’infame tessera verde, si produceva una intollerabile discriminazione, tale per cui poteva lavorare e godere della vita pubblica solo chi esibiva l’infame tessera verde. A destare meraviglia fu, in misura anche maggiore, l’accettazione, ora rassegnata, ora entusiastica, da parte dei più di un tale provvedimento inaccettabile. Gli stessi che quotidianamente berciano contro l’eterno fascismo e contro la svolta autoritaria, in quell’occasione tacquero miseramente, o addirittura elogiarono il provvedimento liberticida, asserendo che era funzionale alle ragioni della salute pubblica.

L’introduzione della libertà autorizzata dal potere che, in quanto tale, non è libertà

In estrema sintesi, l’infame tessera verde era inaccettabile per tre motivi fondamentali. Anzitutto, poiché produceva una discriminazione intollerabile, creando una classe di cittadini privi dei diritti fondamentali perché sprovvisti dell’infame tessera verde. In secondo luogo, l’infame tessera verde faceva valere una forma oscena di controllo bio-politico sui cittadini, condannati a esibire il QR code in ogni loro spostamento. In terzo luogo, introduceva il pericoloso concetto di libertà autorizzata: superfluo ricordare che la libertà, se autorizzata, non è tale, essendo invece una gentile concessione sempre revocabile del potere. A tre anni dall’introduzione dell’infame tessera verde, ci pare giusto ricordare la vicenda. È nostra convinzione che essa non appartenga al passato ma che presto o tardi tornerà a riguardarci da vicino, perché un provvedimento di quel tipo, una volta introdotto, è destinato a ritornare.

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