La Ue si appresta a bloccare le importazioni di avena, mais, miele e zucchero dall’Ucraina per agevolare il Centro Nord Europa. E il grano ucraino? Forse, sì, no, ma, si vedrà…

Se andiamo a scavare scopriamo che il blocco di importazioni di prodotti agricoli ucraini favorirà gli agricoltori di Polonia, Svezia, Finlandia, Germania, Francia, Romania e, in parte, Spagna, Paesi Bassi e Belgio. E gli agricoltori italiani? Nella Ue contano poco o nulla

Una buona notizia per gli agricoltori europei, per lo più del Centro Nord Europa. Stando a quanto scrive un canale Telegram, che riprende un articolo del Financial Times, giornale britannico di proprietà giapponese, l’Unione europea si accingerebbe a rirpistinare i dazi doganali sulle importazioni di zucchero e uova dall’Ucraina. Resta da capire come può un Paese in guerra, bombardato dai russi mattina, mezzogiorno, sera e notte produrre uova, zucchero e altri prodotti. Tanto che c’è chi ipotizza che buona parte dei prodotti che l’Ucraina esporta in Europa arrivino, in realtà, da chissà dove. L’unica cosa certa è che gli agricoltori europei, da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, protestano per l’arrivo, nell’Unione europea, di prodotti agricoli ucraini a prezzi bassi. Va aggiunto che cinque Paesi Ue – Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria e Slovacchia – da oltre un anno non importano più grano ucraino, fregandosene dei regolamenti dell’Unione europea.

La Ue ha già bloccato le importazioni di Avena con grande soddisfazione di agricoltori polacchi, spagnoli, finlandesi, tedeschi e svedesi

E’ interessante notare che lo stop alle importazioni di prodotti agricoli ucraini, ammesso che si materializzi, riguarda prodotti che interessano, per lo più, il Centro Nord Europa. E’ il caso dell’avena, sulla quale la Ue è già intervenuta bloccando le importazioni dall’Ucraina. Per la cronaca, l’avena (nella foto sopra tratta da Wikipedia) è un pianta che predilige un clima fresco e umido, non a caso tale coltura è molto diffusa nel Centro Nord Europa e, segnatamente, in Polonia, in Svezia, in Finlandia e in Germania. Infatti, se andiamo vedere chi sono i maggiori produttori di avena in Europa scopriamo che il primo Paese produttore è la Polonia, al secondo posto c’è la Spagna, al terzo posto c’è la Finlandia, al quarto posto la Germania, al quinto posto la Svezia. Questo spiega perché la Ue ha bloccato le importazioni di avena dall’Ucraina. Ora dovrebbe arrivare il blocco delle importazioni di mais, cereale che in Italia è molto meno coltivato rispetto agli anni passati, perché si preferisce importare il mais dal Sudamerica, ben sapendo è tutto mais OGM (Geneticamente modificato).

I dati sul miele sfalsati: non si conoscono, infatti, i danni prodotti alle api dal clima ballerino e, soprattutto, da pestidici ed erbicidi. L’ombra del miele farlocco

La Ue dovrebbe bloccare anche le importazioni di miele dall’Ucraina. Pur essendo avvantaggiata per il clima, l’Italia non è messa benissimo in Europa, dal momento che il Paese europeo che produce più miele è la Romania, al secondo posto c’è la Spagna, al terzo posto c’è l’Ungheria, al quarto posto la Germania e al quinto posto, finalmente, c’è l’Italia. Ma si tratta di una classifica precedente alla siccità che ha colpito l’Europa negli ultimi anni e che non tiene conto dell’inquinamento ambientale prodotto da pesticidi ed erbicidi che sta decimando gli allevamenti di api in tutto il mondo. Morale: c’è il dubbio che il miele che circola in Europa e nel mondo sia, in realtà, farlocco. la ue si accinge a bloccare pure le importazioni di zucchero dall’Uraina. E chi sono i maggiori produttori di zucchero in Europa? Al primo posto troviamo la Germania e la Francia, seguono i Paesi Bassi, il Belgio e la Polonia. Da segnalare che non si parla, se non con un accenno, di bloccare le importazio ni di grano ucraino. Chissà perché…

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