Gesù fanciullo a Gerusalemme scompare per tre giorni quanti quelli della futura passione. Un preludio di quanto vivrà da adulto

di Frate Domenico Spatola

8 Giugno 2024, Sabato della IX settimana del tempo ordinario, “Sacro Cuore di Maria”: Luca 2,41-51

Era usanza da pii ebrei recarsi, una volta l’anno per la Pasqua, a Gerusalemme. Vi si sentivano obbligati dai tredici anni in sù. L’evangelista vuole presentare Maria e Giuseppe, talmente osservanti da anticipare di un anno il pellegrinaggio del figlio. La prima parte del racconto fu “secondo consuetudine”. La permanenza in città di almeno tre giorni, finiti i quali, il ritorno in comitiva. Da qui il fanciullo si comportò in modo anomalo, anticipando, come “énfant prodige”, ciò che gli sarebbe capitato da adulto. Si affrancò dai genitori, rimanendo, a loro insaputa. Rivendicherà, una volta ritrovato, la sua figliolanza divina. I genitori lo cercarono a sera, quando alla prima sosta si accorsero della assenza. “Angosciati”, come gli diranno, si misero a cercarlo. Preludio di quanto vivrà da adulto. Il verbo “cercare” nei Vangeli ha iridescenze sinistre. Quanti “cercheranno” Gesù, lo vorranno ostacolare nel progetto del Padre. Parenti e conoscenti, tra cui fu cercato, saranno i primi a non capirlo, pretendendo di sfruttare l’appartenza dei “vincoli di sangue”. Lo trovarono nel tempio, dopo tre giorni, quanti quelli della futura passione. Seduto tra i dottori, “si interessava delle cose del Padre”, tale fu la risposta al rimprovero della madre. Luca vide la Sapienza, che seduta in mezzo ai maestri di Israele, lo ascoltava e li interrogava. Icona stupenda, ma carica tuttavia di mille interrogativi, ancora inevasi dagli stessi genitori, e dalla madre, non pronta allo “strappo”, quale previsto dal veggente Simeone nella “spada, che l’avrebbe trafitta”, per aprirla ai nuovi orizzonti della fede col Figlio in croce. Nell’attesa, Maria “custodirà, anche per noi, tutte queste cose nel suo cuore”.

Foto tratta da La Luce di Maria