In ricordo di Giovanni XXIII, il Papa buono che diede alla Chiesa il suo vero volto “ad immagine” della Santissima Trinità

di Frate Domenico Spatola

Fu lui a volere il Concilio Vaticano II
Papa Giovanni XXIII, foto tratta da Wikipedia

Fino a sera si pregò per il Papa buono. Quella volta il mondo pianse un giusto che aveva, come il Samaritano del Vangelo, aiutato il mondo, immerso nella sofferenza, a riaccendere la speranza. Due guerre mondiali alle sue spalle e da lui vissute con compiti di responsabilità a conto della Chiesa. Angelo Roncalli era patriarca di Venezia, quando fu eletto “Papa di transizione”. Così si sussurrava per la sua elezione e per farlo votare dai più riottosi, nei corridoi della Cappella Sistina, durante il conclave del 28 ottobre 1958. Prese il nome, infausto fino lui perché di un antipapa del tempo dello Scisma d’Occidente (sec. XI-XV): Giovanni XXIII. Lo riabilitò con la bontà, che fu la sua “cifra”. Volle il Concilio Vaticano II, per rivoluzionare la Chiesa. Tremava egli stesso nel comunicare l’idea, ma si fidava dello Spirito Santo. Questo confidò ai signori Cardinali, straniti e contrariati, il 25 Gennaio 1959, in quel di “San Paolo fuori le mura”, a Roma. E per la sua tenacia, la Chiesa ritrovò il suo vero volto “ad immagine” della Santissima Trinità, e sua icona. Dunque non più schizzata su ambizioni terrene e societarie. Intuì l’urgenza e, con sapienza, ricapitolò, riscrivendo daccapo la Storia della Chiesa come dell’uomo, fatto di “miseria e nobiltà”. Pianse il mondo quella sera. Tutti sapevamo di avere perso un uomo buono.

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